La nota del Ministero della Tecnologia sull’app Immuni: “I dati non saranno conservati”.
ROMA – Il Ministero della Tecnologia con una nota pubblicata sul proprio sito ha provato a rispondere alle domande gli italiani (e non solo) sull’app Immuni. Il Dicastero guidato da Paola Pisano ha dichiarato che l’applicazione sarà open source e soprattutto che non conserverà i dati.
Questi ultimi, inoltre, dovranno essere “resi sufficientemente anonimi da impedire l’identificazione dell’interessato“. L’altra grande novità, anche se sono ancora in corso ragionamenti, è rappresentato dal sistema che dovrà essere gestito in Italia e non all’estero come succede in altre occasioni.
La lettera di 300 scienziati: “Attenzione alla raccolta dati delle app”
La possibile introduzione di queste app preoccupa alcuni scienziati che hanno voluto scrivere una lettera aperta, come riportato da Repubblica, alla Commissione Europea per chiedere la massima attenzione sulla raccolta dei dati.
“Dobbiamo garantire la privacy – si legge nel testo – siamo preoccupati che alcune soluzioni si traducono in sistemi che consentirebbero una sorveglianza senza precedenti nella società“. Il dito è puntato sulla possibilità di decentralizzare il sistema della raccolta di informazione. Ipotesi che il Governo italiano al momento non ha preso in considerazione.
Conte precisa: “La app non sarà obbligatoria”
Palazzo Chigi, inoltre, è pronto a non rendere obbligatoria la app. Nell’informativa al Senato il premier Conte ha confermato la possibilità anche di non scaricare Immuni. Un uso facoltativo che rischia di far diventare inutile il sistema visto che, come precisato dagli stessi scienziati, per essere utile a rintracciare i casi positivi durante la fase 2 dovrà essere utilizzata almeno dal 70% degli italiani.
Numeri non semplice da raggiungere ma i medici e i politici si affidano al senso di responsabilità dei cittadini per superare al meglio questo momento non semplice.
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